Senza nome
Ormai la stanchezza è di casa
e niente può fermarla
come una scure continua
a frantumare quel poco che rimane
di quel senso che ogni mattina mi fa … alzare.
Sono anni che viaggio.
Una continua ricerca di luoghi
che mi hanno visto crescere
in quel grembo fecondato
da quel seme di nome … padre.
Una manciata di biglietti in mano
con destinazione … il passato.
Quel remoto scavato nell’orrore
di quei posti che avevo rimosso
per non urlare a più non posso.
Ogni volta la stessa visione.
Fumo e fiamme tra macerie
con strade pieni di corpi maciullati.
Case diroccate che urlano … che Allah ci aiuti.
Una linea di confine
che traccia l’inizio di un dolore senza … fine.
Quella linea è stato sempre
il mio tormento
da lì
partivo per l’ennesimo viaggio
isolato nei pensieri senza nessuno accanto
io solo e … la tua maledetta guerra.
Più stavo male è più mi affannavo
per comporre quei corpi
spiaccicati sui muri fatti a brandelli
con il rosso sangue sulle rovine e sulle fotografie
da quando quel giorno
tu folle umaonide hai deciso e … ci hai bombardato.
Un viaggio
e poi un’altro
e poi un’altro ancora
fino ad esaurire ogni biglietto
che avevo in mano di quel passato
che ha decomposto la mia anima.
Ora quello che provo
è un pianto senza più lacrime
con l’anima
che vuole viaggiare libera senza mai dimenticare
un passato assassinato un presente disgraziato
e un futuro forse … migliore.
Il futuro
è la speranza che qualcosa possa cambiare
con la certezza nel presente
di non voler mai dimenticare
se sei
ancora vivo
gli orrori del passato.
Roberto Antonio
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