Non voglio morire santa
Eravamo giovani
eravamo ragazzi
eravamo innamorati
e
senza pensarci
ci siamo sposati.
Gli anni passano
con i figli da collante
a un matrimonio che tutto fa
tranne che onorare
il suo intento iniziale …
quello di amarsi e desiderarsi.
Il voler bene
pian piano si proclama
imperatore
a da lì
il desiderio è un lontano ricordo
della camera da letto.
Quella camera da letto
sterile da voli
appiattita nelle emozioni
quella camera da letto
vuota da corpi affamati
e di odori prelibati.
Non vuoi pensarci
tisane rilassanti
ansiolitici
antiemicranici
alcool
sono la cura al desiderio non placato.
Io so
che tra di noi è finita.
Tu sai
che tra di noi è finita.
Noi sappiamo
che ci cerchiamo per fare solo squallido sesso.
Quel sesso
lontano anni luce
dall’amore
abbracciato
con il prescelto desiderato.
E nel mezzo del cammin
ho qui davanti
in pochi istanti
il profumo selvaggio
di un maschio bastardo
e non sei tu mio sposo.
È follia
ma è peggio della droga
questo animale spuntato dal nulla
che dell’amore ne ha fatto
un credo essenziale
dipinto in un quadro vitale.
Arte
ecco cos’è
quell’arte creata prima nella mente
e poi trasmessa attraverso i corpi
un dare e avere
nella immensa tela … del desiderio.
E nel desiderio
mio sconosciuto amato
che nel cuore mi hai penetrata
e con la pazzia mi hai plagiata
ti sussurro
non voglio morire … Santa.
Roberto Antonio
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è
vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171
e 171-ter della suddetta Legge. Se vuoi pubblicare questa poesia in un sito, in un blog, in un libro o la vuoi comunque utilizzare per qualunque motivo contattami robertoantonio@ucuntadin.com